Via il cellulare agli studenti violenti e carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola: ecco cosa prevede il nuovo decreto approvato dal Governo Meloni

Il decreto scuola Caivano, approvato dal Governo Meloni in Consiglio dei Ministri il 7 settembre 2023, introduce una serie di misure volte a contrastare la dispersione scolastica e la criminalità minorile, in particolare nei comuni del Mezzogiorno. Ecco, in sintesi, cosa cambierà con l’introduzione delle nuove regole da seguire:

Cellulare

Tra le novità più significative del decreto c’è il divieto di utilizzo del cellulare durante le lezioni per gli studenti che commettono gravi forme di violenza. Il divieto dovrebbe esentare l’uso dei dispositivi per scopi didattici.

Carcere per i genitori

Il decreto prevede inoltre l’inasprimento delle sanzioni per i genitori che non mandano i figli a scuola. In particolare, per i genitori che non ottemperano all’obbligo scolastico per più di 10 giorni consecutivi, è prevista la pena dell’arresto fino a un anno o l’ammenda da 1.000 a 6.000 euro.

Daspo del questore

Il decreto introduce infine il daspo scolastico, che può essere applicato dal questore nei confronti di studenti che hanno compiuto gravi atti di indisciplina o di violenza all’interno della scuola. Il daspo scolastico consiste nell’interdizione alla frequenza della scuola per un periodo di tempo variabile da 1 a 3 anni.

Azioni concrete

Oltre alle misure di carattere sanzionatorio, il decreto prevede anche una serie di azioni concrete per contrastare la dispersione scolastica e la criminalità minorile. Tra queste:

  • Potenziamento della prevenzione e della vigilanza nelle scuole, con l’impiego di più agenti di polizia e di personale scolastico.
  • Introduzione di percorsi di orientamento e supporto per gli studenti in difficoltà.
  • Interventi per migliorare la qualità della didattica e dell’offerta formativa.

Critiche

Il decreto scuola Caivano è stato criticato da alcuni esponenti della società civile e del mondo della scuola, che lo hanno ritenuto eccessivamente punitivo e inefficace. In particolare, è stata contestata la previsione del carcere per i genitori, che sarebbe un’arma a doppio taglio, colpendo soprattutto le famiglie più povere e fragili.

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