Oltre 254 reperti archeologici da scavi clandestini: l’autore del reato muore e gli eredi li restituiscono allo Stato

Presso la sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino, all’interno del magnifico Palazzo Chiablese, si è tenuta una cerimonia di significativa importanza per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Durante questo evento, è stata ufficialmente restituita una collezione composta da oltre 250 reperti archeologici provenienti da diverse regioni italiane, tra cui Puglia, Umbria, Etruria, Messapia e Roma:

Una Sinergia tra istituzioni:

Questo straordinario risultato è il frutto di un attento lavoro di sinergia e coordinamento tra le istituzioni coinvolte, come i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, la Soprintendenza, l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Torino e il Tribunale di Torino. Ma non si tratta solo di un’operazione istituzionale, bensì anche del frutto della collaborazione attiva di un privato cittadino. I reperti erano stati sequestrati nel 1991 nell’ambito di un’inchiesta su scavi clandestini in Toscana. Tuttavia, il processo si era chiuso con l’estinzione del reato a causa della morte del detentore. Nel 2024, gli eredi del proprietario originario, ancora custodi giudiziari dei reperti, hanno deciso di contattare la Soprintendenza, avviando così un processo di restituzione:

La Restituzione dei reperti:

Grazie a indagini accurati, gli enti coinvolti hanno verificato la presenza e lo stato di conservazione dei reperti, confermando che erano in buono stato. È emerso chiaramente che, nonostante il trascorrere di oltre trent’anni, i reperti fossero ancora sotto sequestro. Le trattative tra gli enti e gli eredi hanno quindi condotto a una soluzione inaspettata ma pragmaticamente efficace. Gli eredi hanno accettato di consegnare spontaneamente i reperti allo Stato, rinunciando a qualsiasi pretesa e a future azioni legali. Questo gesto è stato reso possibile dalla consolidata giurisprudenza italiana, che stabilisce che i reperti archeologici rinvenuti nel sottosuolo appartengono allo Stato, a meno che il privato non possa dimostrare una provenienza lecita antecedente al 1909, anno in cui fu promulgata la prima legge sulla tutela del patrimonio archeologico.

L’Accordo con il Tribunale

La transazione ha ricevuto il benestare del Tribunale di Torino, il quale ha accolto la richiesta di dissequestro e confisca avanzata dal Nucleo TPC di Torino. Questo accordo, basato sulla transazione tra il privato e la Soprintendenza, rappresenta non solo un’importante vittoria legale ma anche un grande servizio per lo Stato e la cittadinanza, che avranno presto la possibilità di fruire di questo importante patrimonio. Durante la cerimonia di riconsegna, sono stati restituiti 254 reperti archeologici, tra cui oggetti fittili a vernice nera e rossa, kylix, kantharos, anfore, lekythos, unguentari, utensili e oggetti votivi in metallo. Tra i reperti figurano anche statuette, antefisse e sculture in terracotta e bronzo.

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