L’odissea degli orsi del Trentino: prima reintrodotti e poi a rischio abbattimento

Critiche alla Provincia autonoma di Trento da parte dell’Oipa che parla di “uno stravolgimento della normativa, europea e nazionale, a tutela di specie protette“. Così, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), all’indomani della conferenza stampa del presidente della Provincia in cui ha di fatto annunciato di intervenire con l’abbattimento degli orsi e per di più con metodi sommari.

“Un amministratore e un’amministrazione coscienziosi dovrebbero rappresentare tutti i portatori d’interesse, dovrebbero agire nel rispetto delle norme di salvaguardia della biodiversità e non dovrebbero essere mossi da spirito di rappresaglia, da spirito di vendetta. Chi vuole un Trentino macchiato di sangue di orsi che fanno gli orsi non può rappresentare tutta la comunità”criticano dall’Oipa. “L’Oipa torna a ricordare che esiste sempre un modo per convivere serenamente con gli animali che vivono nel loro habitat. Altre Regioni lo dimostrano. Le istituzioni mettano un maggiore impegno nella diffusione d’informazioni utili a tal fine e attivino, con le categorie produttive, misure di salvaguardia nel rispetto della vita animale, tutelata dall’articolo 9 della Costituzione“. Sulla questione è interventuo anche il Wwf Italia che, attraverso un comunicato stampa, osserva:

“In Trentino la popolazione di orso conta oggi circa 100 individui. In un’area turistica e dall’antropizzazione diffusa, in questi ultimi 20 anni gli episodi di interazione aggressiva di orsi a persone sono stati 7, nessuno dei quali ha portato a conseguenze letali per le persone. Questo tragico episodio rappresenterebbe, nel caso le cause del decesso ipotizzate fossero confermate dagli esami autoptici, il primo caso di attacco mortale di un orso in Italia. In questo caso il WWF Italia, tenuto conto della gravità dell’episodio, della dinamica e ovviamente solo dopo una sicura identificazione genetica dell’individuo ritiene che vada applicato il protocollo previsto dal PACOBACE che contempla anche la rimozione dell’individuo . Saremmo in questo caso infatti davanti ad un episodio ben diverso da quelli che hanno portato in passato (ultimo caso con l’orso MJ5 a marzo scorso) a ordinanze di cattura e abbattimento, a nostro parere spesso immotivate e non proporzionate, da parte della Provincia Autonoma di Trento. La conservazione della popolazione alpina di orso passa infatti anche da una corretta gestione di episodi di questo tipo”.

“Se un individuo mostra conclamati comportamenti pericolosi per l’incolumità umana, arrivando ad aggredire mortalmente una persona, la rimozione di questo individuo diminuisce i rischi di nuovi episodi simili e migliora l’accettazione sociale della popolazione verso la specie. Il ricorso alla rimozione deve, ed è sempre bene ribadirlo, essere in ogni caso l’ultima soluzione, quando la pericolosità dell’animale è conclamata e non esistono altre possibili soluzioni. Sono decisamente fuori luogo e di cattivo gusto le uscite pubbliche di alcuni politici e alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria, che “cavalcano” l’onda emotiva per sottolineare la pericolosità legata alla presenza degli orsi (e dei grandi carnivori in generale) sul territorio alpino. È importante ribadire, anche dopo questo evento, che normalmente l’orso teme l’uomo e se ne mantiene a distanza, cercando di evitare gli incontri ravvicinati”.

Cosa fare per promuovere la coesistenza

“Il WWF Italia ritiene fondamentale focalizzarsi sulle misure e sui corretti comportamenti che rendono possibile diminuire le probabilità di episodi di questo tipo. Da anni l’associazione è impegnata in attività di sensibilizzazione e in proposte operative che portano a una migliore coesistenza uomo-orso sulle Alpi: cartellonistica nei pressi dei sentieri, liberalizzazione dell’utilizzo dello spray anti-orso al peperoncino (bear spray), maggiore accessibilità all’informazione sulle aree di presenza di femmine con i piccoli, campagne di comunicazione con residenti e turisti sulle buone pratiche di comportamento in aree di presenza dell’orso: aspetti sui quali la Provincia Autonoma di Trento è da tempo gravemente carente”.

“È la mancanza di implementazione di queste misure il vero rischio per il futuro. Con l’incremento della popolazione registrato negli ultimi anni in Trentino occorre migliorare la connettività ecologica con altre aree in modo che la popolazione di orso possa distribuirsi meglio sul territorio, costruire la coesistenza partendo dalla sicurezza dei cittadini, dalla responsabilizzazione dei turisti e dalle opere di prevenzione per gli allevamenti. E questo è possibile solamente lavorando su tutti gli aspetti del problema. Evitare episodi gravi è possibile ma occorre uno sforzo collettivo che eviti inutili allarmismi e si concentri invece sui problemi reali e sulle possibili soluzioni”concludono dal Wwf. Stando a quanto si apprende, la politica locale ha rimesso in discussione il progetto di ripopolamento Life Ursus. Intanto, dalla Provincia è stato diffuso il video della conferenza stampa dove si parla del possibile abbattimento di alcuni esemplari ritenuti “problematici”. Il link al filmato:

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