Il Rapporto Istat 2025 presenta un quadro complesso e sfaccettato della situazione economica e sociale in Italia, evidenziando un rallentamento della crescita rispetto al già moderato andamento del 2024. Le stime di crescita per il 2025, secondo l‘Istituto Nazionale di Statistica, si attestano a +0,4% secondo il Fondo Monetario Internazionale e +0,6% secondo Banca d’Italia e Ministero dell’Economia e delle Finanze, in calo rispetto allo 0,7% registrato nel 2024. Questo rallentamento è attribuito principalmente agli effetti delle politiche commerciali globali e alle tensioni internazionali che hanno caratterizzato i mesi recenti, rendendo ogni previsione soggetta a significativi margini di incertezza.
Nonostante le difficoltà economiche, il Rapporto segnala un “netto miglioramento” dei conti pubblici, con una riduzione dell’indebitamento netto dal 7,2% al 3,4% del PIL. Tuttavia, il debito pubblico è aumentato, raggiungendo il 135,3% del PIL, un dato inferiore alle stime di Psb e della Commissione Europea. Demografia e Struttura Familiare Un aspetto cruciale del Rapporto è la demografia italiana, che mostra una popolazione residente sotto i 59 milioni, in calo dal 2014. La natalità continua a diminuire, con solo 370.000 nascite nel 2024 e un tasso di fecondità che ha toccato il minimo storico di 1,18 figli per donna. Questo fenomeno è aggravato dal rinvio della genitorialità e dalla riduzione del numero di donne in età fertile. Inoltre, l’emigrazione giovanile è preoccupante, con un record di 21.000 laureati che hanno lasciato il Paese nel 2023. Le famiglie italiane stanno subendo una trasformazione significativa: nel biennio 2023-2024, il 36,2% delle famiglie è composto da persone sole, mentre le coppie con figli sono scese al 28,2%. Questo cambiamento è attribuito a fattori come l’instabilità coniugale e la bassa fecondità. Le nuove forme familiari, come le unioni libere e le famiglie ricostituite, stanno diventando sempre più comuni.
Rischio di Povertà e Condizioni di Vita:
Il Rapporto mette in luce anche il crescente rischio di povertà, con il 23,1% della popolazione a rischio di esclusione sociale, una percentuale che sale al 39,8% nel Sud Italia. Le famiglie con un percettore di reddito sotto i 35 anni sono particolarmente vulnerabili, mentre le coppie senza figli e gli anziani mostrano un rischio più contenuto. Inoltre, l’occupazione è aumentata dell’1,5%, con una riduzione della disoccupazione al 6,5%. Tuttavia, il potere d’acquisto delle retribuzioni contrattuali è diminuito del 10,5% dal 2019 al 2024, a causa dell’aumento dei prezzi. Le retribuzioni nominali non hanno ancora recuperato il loro valore rispetto all’inflazione, evidenziando una situazione economica complessa per molti lavoratori.
Sanità e Istruzione:
Il Rapporto Istat evidenzia anche le difficoltà nel settore sanitario, con un italiano su dieci che ha rinunciato a visite specialistiche a causa di lunghe liste d’attesa e costi elevati. La spesa pubblica per la sanità è aumentata, ma le difficoltà di accesso ai servizi rimangono un problema significativo.
Infine, l’istruzione rappresenta una sfida cruciale per il futuro del Paese. Solo il 65,5% degli italiani tra i 25 e i 64 anni ha un diploma, una percentuale inferiore rispetto a quella di altri paesi europei. Questa situazione evidenzia la necessità di investire nell’istruzione come risorsa fondamentale per lo sviluppo individuale e collettivo.
Il Rapporto Istat 2025 offre una panoramica dettagliata delle sfide e delle trasformazioni che l’Italia sta affrontando. Mentre si registrano segnali di miglioramento nei conti pubblici e nell’occupazione, le questioni demografiche, sociali ed economiche richiedono un’attenzione urgente e strategie mirate per garantire un futuro sostenibile e prospero per il Paese.
Fonte: https://www.istat.it/produzione-editoriale/rapporto-annuale-2025-la-situazione-del-paese-il-volume/
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