Gaza, «migliaia di famiglie hanno perso i loro cari, è genocidio» – rapporto di Albanese all’Onu riferito alla Camera dei Deputati

«In cinque mesi di operazioni militari, Israele ha distrutto Gaza. Oltre 30.000 Palestinesi sono stati uccisi, tra cui più di 13.000 bambini. Oltre 12.000 sono i morti presunti e 71.000 i feriti, molti dei quali con danni permanenti. Il 70% delle aree residenziali è stato distrutto. L’80% per cento della popolazione è stata sfollata con la forza. Migliaia di famiglie hanno perso i propri cari o sono state spazzate via. Molti non hanno potuto seppellire e piangere i loro parenti, costretti invece a lasciare i loro corpi in decomposizione nelle case, per strada o sotto le macerie. Migliaia sono stati detenuti e sistematicamente sottoposti a trattamenti inumani e degradanti. L’incalcolabile trauma collettivo sarà vissuto per generazioni a venire. Analizzando i modelli di violenza e le politiche israeliane nell’attacco a Gaza, il presente rapporto conclude che ci sono ragionevoli motivi per credere che la soglia che indica che Israele abbia commesso un genocidio sia stata raggiunta. Una delle conclusioni principali di questo rapporto è che la leadership israeliana esecutiva e militare, nonché i soldati israeliani, hanno intenzionalmente distorto i principi dello jus in bello, sovvertendo la loro funzione protettiva, nel tentativo di legittimare la violenza genocida contro il popolo palestinese.» è quanto si legge in un rapporto Onu di Francesca Albanese, risalente al 2024. Dati aggiornati in un rapporto dell’estate 2025, sempre a firma di Albanese: Il secondo rapporto «Indaga i meccanismi aziendali che sostengono il progetto coloniale israeliano di sfollamento e sostituzione dei palestinesi nei territori occupati. Mentre i leader politici e governi si sottraggono ai propri obblighi, troppe entità aziendali hanno tratto profitto dall’economia israeliana di occupazione illegale, apartheid e ora genocidio. La complicità denunciata da questo rapporto è solo la punta dell’iceberg; porvi fine non sarà possibile senza chiamare a rispondere il settore privato, compresi i suoi dirigenti. Il diritto internazionale riconosce diversi gradi di responsabilità, ognuno dei quali richiede esame e accertamento delle responsabilità, in particolare in questo caso, in cui sono in gioco l’autodeterminazione e l’esistenza stessa di un popolo. Questo è un passo necessario per porre fine al genocidio e smantellare il sistema globale che lo ha permesso». Il 29 luglio 2025, sempre Albanese ha partecipato ad un evento alla Camera dei Deputati, riferendo dell’esito dei suoi approfondimenti. La registrazione è disponibile al seguente link: https://webtv.camera.it/evento/28836.

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