E’ morto il grande giornalista Gianni Minà, aveva 84 anni

È morto Gianni Miná.  La notizia della morte del noto giornalista aveva 84 anni è stata annunciata sulla sua pagina facebook dai familiari. Minà  è morto a Roma dopo una breve malattia cardiaca. È stato giornalista, documentarista, scrittore. Era nato a Torino il 17 maggio 1938, iniziò la sua carriera nel 1959 nella redazione sportiva di Tuttosport. Nel 1960, entrò in Rai come collaboratore ai servizi sportivi per le Olimpiadi di Roma. Dal 1965, i suoi reportage hanno contribuito a evolvere il linguaggio giornalistico televisivo con rubriche che sono rimaste nella storia.

Seguì ben otto mondiali di calcio  e sette olimpiadi oltre a decine di campionati mondiali di pugilato.Realizzò una Storia del Jazz in quattro puntate, programmi sulla musica popolare centro e sudamericana (come ad esempio “Caccia al bisonte” con Gianni Morandi) e una storia sociologica e tecnica della boxe in 14 puntate, intitolata Facce piene di pugni.

Fu tra i fondatori della trasmissione L’altra Domenica con Maurizio Barendson e Renzo Arbore.  Nel 1976, dopo 17 anni di precariato, venne assunto al TG2  e iniziò a raccontare la grande boxe e l’America dello show-business, ma anche i conflitti sociali delle minoranze. oi di raccogliere informazioni.  Nel 1981 il presidente Sandro Pertini gli consegnò il Premio Saint Vincent come miglior giornalista televisivo dell’anno. Nel 1987 intervistò per la prima volta  per 16 ore il presidente cubano Fidel Castro, in un documentario dal quale fu tratto un libro pubblicato in tutto il mondo. Da quello stesso incontro fu ricavato Fidel racconta il Che, un reportage nel quale il leader cubano per la prima e unica volta raccontò l’epopea di Ernesto Guevara.

Nel 1991 realizzò il programma  Alta Classe  e nello stesso anno presentò La Domenica Sportiva e ideò il programma di approfondimento Zona Cesarini che seguiva la tradizionale rubrica riservata agli eventi agonistici. Nel 2001 Minà firmò Maradona: non sarò mai un uomo comune un reportage-confessione di 70 minuti con Diego Maradona alla fine dell’anno più sofferto per la vita dell’ex calciatore.

Nel 2008 produsse il film documentario Cuba nell’epoca di Obama, un viaggio nella Cuba del passato con interviste a personaggi storici dell’Isola come Roberto Fernandez Retamar o la ballerina classica Alicia Alonso, e in quella del futuro, con interviste alle nuove generazioni nelle scuole d’avanguardia. Questo documentario fece vincere a Minà il suo secondo Nastro d’argento nel 2012. Sempre nel 2008 andò in onda su Rai 3 La stagione di Blitz, un programma in 10 puntate, parziale rivisitazione del primo anno del programma di Minà Blitz, della stagione televisiva 1983-85. Nel 2015 Minà produsse Papa Francesco, Cuba e Fidel, un reportage sulla storica visita del Pontefice argentino avvenuta a Cuba nel settembre del 2015 e con il quale vinse, nel 2016, l’Award of Excellence all’ICFF di Toronto, Canada. Infine, nel 2016, Minà produsse L’ultima intervista a Fidel Castro, della durata di 40 minuti, effettuata alcuni mesi prima della scomparsa dello storico leader cubano. Dal 2000 al 2015 Minà diresse con Alessandra Riccio la storica rivista letteraria Latinoamerica e tutti i sud del mondo, un trimestrale di geopolitica dove hanno scritto gli intellettuali più prestigiosi del continente americano. Nel 2020 Minà pubblicò il libro autobiografico Storia di un boxeur latino, edito da Minimun fax.

 

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