Bambino di tre anni rischia di soffocare, finanziere gli salva la vita

Una tragedia terminata con lieto fine; è questa la vicenda occorsa a Reggio Emilia, ove un Ispettore della Guardia di Finanza del locale Comando Provinciale, libero dal servizio e in abiti civili, è intervenuto prontamente per salvare la vita ad un bambino di età compresa tra i tre e i quattro anni, in evidente e grave stato di sofferenza respiratoria. Il militare, effettivo presso il Gruppo della Guardia di Finanza, giunto nei pressi di un supermercato reggiano per commissioni personali, veniva richiamato dalle urla e dal fragore di una donna, seduta in terra vicino alla sua autovettura, ed in evidente stato di panico e di alterazione per la vicenda in corso.

Prontamente, il finanziere, col consenso della donna, ha preso in braccio il bambino – che non palesava più alcun segnale di ripresa né di respiro – e praticava la manovra di Heimlich, che permetteva al bimbo di espellere le sostanze che gli ostruivano le vie aeree e di riprendere conoscenza dopo circa 1 minuto e mezzo, superando l’evidente stato di crisi. Il bambino è stato poi affidato, sano e salvo, al personale sanitario del 118 intervenuto sul posto. Il felice esito della vicenda conferma la bontà degli specifici corsi di aggiornamento e prima formazione in relazione alle manovre di primo soccorso ed utilizzo del defibrillatore, a cui le Fiamme Gialle reggiane partecipano con cadenza biennale.

Proprio la scorsa settimana ed al termine di specifica attività formativa, sono stati abilitati ulteriori 10 Finanzieri all’utilizzo della strumentazione di soccorso nonché alle manovre disostruttive, affinché possano riconoscere e gestire anche eventuali emergenze mediche, riscontrabili sia in attività di servizio – come luoghi di lavoro o su strada – sia nella vita personale di tutti i giorni, in modo efficace. Oggigiorno, la rapidità d’intervento e l’aggiornamento costante nel primo soccorso sono elementi imprescindibili per gestire situazioni di emergenza sanitaria nel migliore dei modi e salvare vite umane, sia in servizio che – come dimostra questo caso – fuori dallo stesso. Pertanto, l’intento è quello di estendere la formazione ad un numero sempre maggiore di militari.

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